Incipit Vita Supernova

Nell'anno in cui si celebra Dante, pare che l'Inferno, il Purgatorio e - soprattutto - il Paradiso siano quanto mai attuali.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha ufficialmente (ri)aperto le porte del Lingotto, lasciandosi alle spalle un campanello di allarme che resta (e deve restare) sempre vivo.
Siamo chiamati a decidere da che parte stare, dimenticandoci del futuro e del passato.
"Vivere il presente", potrebbe essere questo lo slogan della nuova edizione del SalTo|21.
Solo nel presente possiamo trovare quel senso dell'essere e dell'appartenere che può curare il tepore nel quale siamo sprofondati.
Camminando per i corridoi colmi di libri, editori, lettori, scrittori e autori con la comune passione per la cultura, (perché è bene ricordare che i libri non sono un piacevole intrattenimento, ma il più efficace strumento di conoscenza dell'uomo), si avverte - insieme a un'innegabile stanchezza, questa sensazione di voler vivere il presente.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino, con i suoi numerosi e interessanti appuntamenti ed eventi culturali, non perde certo l'occasione per riflettere su questo tema, il presente.
Il programma del Salone - talmente vasto da farti rimpiangere di non avere il dono dell'ubiquità - è un manifesto alla riflessione sociale, politica e culturale, partendo da loro: i libri.
Non è stato facile scegliere gli appuntamenti e gli stand da seguire. Ho dovuto fare delle scelte, dando la precedenza agli argomenti che ritenevo più innovativi e interessanti per l'AvanSpettacolo di ArteVaria.
Questa prima giornata si è parlato di traduzione teatrale e scouting, editoria indipendente, riviste letterarie, scrittori esordienti, libri venduti e letti, algoritmi della follia, impegno sociale e satira.
Mentre è quasi notte e scrivo questo mio piccolo articolo in una stanza d'albergo, cerco di riordinare le idee. Mi chiedo come potrò tradurre nei Diaries questi miei giorni di incursione al Salone, il senso profondo e le sensazioni di quegli incontri.
Non lo so.
Ma ora è tardi. È ora di chiudere tutte quelle parole e quegli incontri in un barattolo di vetro, osservandole fluttuare delicatamente in attesa di essere liberate.
Prima di addormentarmi. Prima di svegliarmi. Prima di vivere il secondo giorno del Salone Internazionale del Libro.