Il popolo del Salone

15.10.2021

Navigando tra le acque del vasto mare del Salone Internazionale del Libro di Torino, ho capito alcune cose sul mondo l'editoria che solo la solitudine in mare aperto, le gambe rotte dalle miglia di navigazione, la mani consumate dall'inchiostro delle vele e le chiacchiere fino a toglierti la voce con gli abitanti di questo delizioso e profumato oceano, possono insegnarti: la vita reale verso la quale dovrebbe indirizzare la bussola il mondo, dovrebbe assomigliare sempre di più alla finzione della realtà delle storie che abitano e popolano il Salone Internazionale del Libro.

I popoli, le persone e questa meravigliosa, perfetta e azzurra palla rotonda che noi chiamiamo mondo, dovrebbero comportarsi e prendere esempio dalle migliaia di persone che popolano il Salone.

Nessun conflitto, nessuna lite, nessuna voglia di nascondersi dietro ad algoritmi, numeri, statistiche e altre faccende del genere.

Tutti, e dico tutti, ospiti, lettori, autori, editori, lavoratori e ogni altra singola maestranza chiamata a dar vita al manifesto del Salone, navigano nella stessa direzione. Quella della passione, del confronto e della felicità.

Ognuno porta al Salone la propria individualità intesa nella più nobile definizione di "pensiero", mai come forma di scontro o prevalicazione.

Il Salone Internazionale del Libro di Torino non è, come mi piace pensare, una manifestazione ma un manifesto della concreta possibilità di congregazione e confronto tra i popoli.

Il Salone Internazionale del Libro di Torino non è una fiera del libro ma un microcosmo di popoli, dove navigano - a vele spiegate - migliaia di navigatori attratti nel loro viaggio da un unico punto cardinale: l'umanità.

ArteVaria | l'AvanSpettacolo Letterario di Giampiero Pomelli | 2020 | Tutti i diritti riservati.
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